Facebook è stato condannato a pagare 110 milioni di euro all’Unione Europea: è questa la clamorosa decisione ufficializzata nella tarda serata di ieri da un tweet di Margrethe Vestager, Commissaria Europea per la concorrenza. Il riferimento è ancora quello relativo all’acquisto di Whatsapp nel 2014 e alla seguente condivisione dei dati personali degli utenti tra le due piattaforme.
Il social network di Palo Alto aveva dapprima rassicurato sul fatto che non ci fosse nessuno scambio di informazioni, salvo poi far retromarcia qualche mese dopo. L’Unione Europea ha atteso per portare avanti il procedimento, dando possibilità a Facebook di cancellare queste pratiche da fine 2016 ad oggi.
Non è evidentemente bastato per evitare la multa che si aggiunge ai 3 milioni di euro combinati a Whatsapp dall’Antitrust italiano per motivi del tutto simili: in quel caso fu tirata in ballo la scarsa trasparenza e l’induzione a credere il falso nel messaggio in cui si invitava a concedere il consenso dei propri dati personali (leggi qui per saperne di più).
La multa, come spiega la Vestager, è stata comminata per aver fornito informazioni false e fuorvianti all’Unione Europea. La Commissaria rincara poi la dose, aggiungendo che “questo episodio deve essere un monito per le aziende che operano nell’UE e quindi ne devono rispettare le regole. Compresa la trasparenza e la correttezza delle informazioni date”.